CIAO MARCO.

“Buongiorno a tutti,
siamo qui riuniti per accompagnare Marco e porgergli un ultimo saluto.
Non è semplice il compito che mi spetta, in quanto definire Marco in poche parole è un’impresa quasi impossibile, tanto la sua vita è stata attiva e impegnata.
Marco è stato un valente maestro orafo ed è stato anche un vero uomo di sport, ottimo nuotatore ed amante della montagna in tutte le sue espressioni. Le due bussole della sua vita sono state Maria e Paolo, moglie e figli amatissimi; a debita distanza, ma in ogni caso prioritario nella sua vita è stato l’essere Alpino.
Perché Marco era Alpino vero: figlio e nipote di Alpini, padre di Alpino, al momento di prestare servizio militare non poteva che chiedere di diventare una Penna Nera e, finito il periodo di leva, ha continuato a portare i valori alpini nella sua vita civile, mentre con la sua iscrizione all’Associazione Nazionale Alpini è da subito stato attivissimo membro del Gruppo di Valenza, del quale è stato capogruppo per ben quattro mandati. Sempre molto attivo anche in tutte le attività sezionali e cantore nei cori ANA.
Sarebbe troppo lungo l’elenco di quanto fatto nel volontariato, basti ricordare l’impegno nella ricostruzione dopo il terremoto del Friuli, o l’aiuto dato in occasione dell’alluvione di Alessandria, ma in realtà sono innumerevoli le occasioni in cui Marco si è prestato per il bene di altri sottraendo tempo al proprio lavoro e ai propri affetti.
Ha espresso i più autentici valori alpini nella sua dimensione più vera, quindi grandi capacità abbinate ad una innata umiltà che unita ad una incredibile dote di socializzazione, lo hanno fatto apprezzare da tutti coloro che lo hanno conosciuto.
La sua caratteristica più singolare era proprio la capacità di attrarre le simpatie dei più, la facilità nel fare gruppo e la sensazione, anzi la certezza che in sua compagnia si stava felici e a proprio agio.
Con questa dote creava coesione nel gruppo e lo cementava, portandolo a compiere le tante cose che sono state svolte in questi anni, sotto le sue direttive si, ma orientate principalmente dal suo esempio: perché lui era sempre il primo ad essere presente e l’ultimo ad andarsene.

Caro Marco, la tua frequentazione ha arricchito umanamente tutti noi, da te abbiamo imparato a reagire con equilibrio e col sorriso alle avversità e agli imprevisti, ad avere pazienza e ad essere perseveranti, ad essere amici di tutti e a riappacificarci immediatamente dopo aver avuto qualche inevitabile discussione, insomma abbiamo imparato ad essere più Alpini!
Marco ora andrai nel nostro paradiso, il Paradiso di Cantore che accoglie tutti gli Alpini andati avanti, e anche lì sicuramente organizzerai le Penne Nere ricompattandole con le tue capacità umane, rallegrandole con il tuo contagioso buon umore e con le tue efficacissime barzellette.
A noi mancherai tantissimo, ci lasci un vuoto che non riusciremo a colmare, perché le tue caratteristiche personali non sono sostituibili, né lo è la tua amicizia, ma certamente in noi continuerà a vivere il tuo esempio, grazie al quale sarai sempre in mezzo al tuo Gruppo, con i tuoi Alpini.
Caro Marco, soffochiamo con fatica la nostra tristezza, perché siamo certi che tu avresti voluto che, anche in questo momento, noi fossimo sorridenti e non costernati, per cui, con questo animo, ti auguriamo buon viaggio fra le vette del paradiso da dove, ne siamo certi, continuerai a vegliare suoi tuoi Alpini con il tuo ineguagliabile sorriso.
Ciao Marco, grande amico e grande Alpino…..”

Questo l’elogio funebre letto dal Capogruppo di Valenza Pino Santamaria a nome di tutti gli Alpini del Gruppo.

CIAO MARCO.

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